Nel 1539 Eleonora, figlia di don Pedro di Toledo vicerè di Napoli, andò in sposa a Cosimo I de' Medici, portando al giovane Duca, oltre alla sua fiorente bellezza, un immenso patrimonio e la parentela con una potentissima famiglia, legata all'imperatore Carlo V. La sua figura superba e inaccessibile e talmente bella da esser rappresentata come una dea, incarna quell'immagine di potere che Cosimo voleva imprimere al suo regno, sostituendo alla Venere dell'età laurenziana, frutto dell'intellettualismo platonico, la sovrana Giunone, icona di rango e rispetto, modello femminile di riferimento di una solidità politica frutto del buon governo del sovrano. Cosimo fece eseguire molti ritratti della moglie e dei figli, non solo come "galleria" di famiglia ma anche per esser inviati ai potenti d'Europa sia nell'ambito della sua politica matrimoniale che per far conoscere il suo potere e il suo prestigio. Bronzino, stipendiato a corte, seppe creare un tipo di ritratto "ufficiale", tale da esaltare non solo la celebre bellezza della dama ma anche lo status e la ricchezza. Il dipinto più noto mostra la Duchessa con il figlio, presumibilmente Giovanni, come informa il Vasari: “ritrasse, sì come piacque a lei, un’altra volta la detta signora Duchessa, in vario modo dal primo, col signor don Giovanni suo figliuolo appresso". Fu realizzato nell'estate del 1545, durante un soggiorno della famiglia alla Villa di Poggio a Caiano, che si intravede sullo sfondo blu, colore intenso e suggestivo, richiesto espressamente dal pittore al maggiordomo di corte Pier Francesco Riccio, in una lettera del 1545, “perché il campo è grande". La postura di prospetto, cara al ritratto cinquecentesco, instaura un rapporto speciale con lo spettatore. La dovuta reverenza verso la sovrana si unisce alla nota affettuosa del gesto protettivo della mano sulla spalla del figlio, amorevole ma anche indicatore del perdurare della casata. Il giovane principe è compreso nel ruolo, composto nel saietto azzurro con il ricco collettino ricamato d'oro.
La bellezza assoluta anche se austera, quasi algida, della dama è esaltata dall'abito, utilizzato chiaramente come messaggio, "sì come piacque a lei". Amante del lusso, consapevole del suo fascino e del suo ruolo, Eleonora esibiva volentieri abiti e gioielli che la rendevano ambasciatrice della moda e dell'eccellenza manifatturiera di Firenze. Le potenzialità di comunicazione della moda sono state perfettamente comprese e utilizzate dal linguaggio della propaganda medicea e Bronzino ne è stato interprete d'eccezione. La sua pittura rarefatta e raffinata ha creato l'immagine di una donna iconica, che pareva incarnare l'ideale di perfezione teorizzato nel terzo libro del Cortegiano di Baldassar Castiglione "Molte virtù dell'animo estimo io che siano alla donna necessarie così come all'omo; medesimamente la nobilità, il fuggire l'affettazione, l'esser aggraziata da natura in tutte l'operazion sue, l'esser di boni costumi, ingeniosa, prudente, non superba". Il fascino altero della Duchessa si unisce alle sue doti di moglie, madre e dama, creando un modello di perfezione che rispondeva in pieno alle intenzioni e alle aspirazioni politiche di Cosimo
Testo di Giovanna Lazzi
APPROFONDIMENTO
Bronzino fotografa con ricchezza di dettagli l'abbigliamento sontuoso, vero protagonista del dipinto. Il velluto controtagliato nero su un fondo di teletta d'argento, con i grandi motivi a melagrana in broccato d’oro bouclé, uno dei quali al centro del busto, quasi come un emblema simbolo di fertilità e della unione di una famiglia, non compare nei documenti della Guardaroba medicea. Forse al Bronzino fu consegnato un campione di tessuto come spesso accadeva (un esemplare si trova nella coll. Carrand al Museo del Bargello di Firenze). Le maniche sono attaccate al busto, liscio e rigido secondo la moda spagnola, da cordoncini di filo d’oro fermati da bottoni d’oro, le spalle enfatizzate dagli spallini, la camicia termina con un accenno di "lattuga" al polso e l'elegante ricamo in filo nero. La scollatura quadrata è coperta da una reticella d’oro decorata di perle, che torna a fermare la raccolta acconciatura. Il pittore indugia a descrivere la luminescenza delle perle, predilette dai Medici, per culminare nella lenticolare esattezza delle infinite perline della nappa che chiude la cintura di maglie d’oro e compassi con gemme incastonate.
Testo di Giovanna Lazzi
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In 1539 Eleonora, daughter of don Pedro di Toledo, Viceroy of Naples, was betrothed to Cosimo I de' Medici, bringing to the young Duke her flourishing beauty as well as immense heritage and parentage to a powerful family, connected to Emperor Charles V. Her haughty, inaccessible figure, so beautiful as to be portrayed as a goddess, incarnates the image of power that Charles wanted to impose onto his kingdom, substituting the Venus of the Laurentian age, fruit of Platonic intellectualism, with the Sovereign Giunone, icon of rank and respect, female reference model for political solidity deriving from the Sovereign's fine rule. Cosimo had many portraits of his wife and children made, not only as a family “gallery” but also to be sent to powerful Europeans both in the field of his marriage politics and so as to flaunt his power and prestige. Paid at court, Bronzino succeeded in creating a type of “official” portrait that exalted not only the woman's famed beauty but also her status and wealth. The best known painting shows the Duchess with her son, presumably Giovanni, as Vasari informs us: “He portrayed, just as she liked, said Lady Duchess again, differently from the first one, with Signor don Giovanni, her son, beside her". It was made in Summer 1545, during the family's stay at Villa di Poggio at Caiano, which is spotted in the blue background, this intense, evocative colour, expressly requested of the painter by court butler Pier Francesco Riccio, in a letter of 1545, “because the field is large". The perspective posture, dear to 16th-century portraiture, establishes a special relationship with the viewer. Due reverence to the Sovereign joins the affectionate touch of the hand's protective gesture on the son's shoulder, loving but also indicating the continuation of the house. The young price is taken by his role, composed in the blue arrow with the rich, gold-embroidered necklace. The woman's absolute yet austere, almost cold beauty is heightened by the dress, clearly used as a message, “just as she liked”. Lover of luxury, aware of her role and charm, Eleonora gladly exhibited clothes and ewels making her ambassador of Florentine fashion and manufacturing excellence. Fashion's communicative potential is perfectly included and used by Medici language, and Bronzino is its interpreter par excellence. His rarefied, refined painting has created the image of an iconic woman, seeming to incarnate the ideal of perfection in the theories of the third book of Cortegiano by Baldassar Castiglione: "I consider many virtues of the spirit necessary for woman just as for man; the same nobilty, escaping from affectations, being naturally graceful in all one's operations, being of good manners, ingenious, prudent, not haughty". The Duchess' aloof charm joins her gifts as wife, mother and daughter, creating a model of perfection that fully corresponds to Cosimo's intentions and political aspirations.
Text by Giovanna Lazzi
FOR FURTHER INFORMATION
Bronzino richly photographs the details of the sumptuous clothing, the true subject of the painting. The black countercut velvet on a background of silver canvas, with the great pomegranate and gold bouclé brocade motifs, one of them at the centre of the bust, almost as an emblem symbolising fertility and a family's union, does not appear in Medici wardrobe documents. Bronzino may have been supplied with a textile sample, as often occurred (an example is found in the Carrand Collection at Florence's Museo del Bargello). The sleeves are attached to the bust, smooth and rigid as per the Spanish style, with gold thread strings closed by gold clasps, the shoulders emphasised by pads, the blouse ending with a hint of "lettuce" on the wrist and the elegant black-thread embroidery. The square neckline is covered by a gold, pearl-decorated net, which returns to clasp the gathered hair. The painter dwells on describing the luminosity of the pearls, Medici's favourites, to culminate in the lenticular exactness of the infinite pearls of the tassel closing the gold top belt and compasses with inlaid gems.
Text by Giovanna Lazzi
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En 1539 Eléonore, fille de Pierre Alvarez de Tolède, vice-roi de Naples, se maria à Cosme Ier de Médicis, apportant au jeune Duc, outre sa beauté florissante, un immense patrimoine et la parenté avec une famille très puissante, liée à l’empereur Charles V. Son personnage superbe et inaccessible, dont la beauté lui vaut d’être représentée comme une déesse, incarne cette image de pouvoir que Cosme voulait imprimer à son règne, en remplaçant la Vénus de l’époque de Laurent, fruit de l’intellectualisme platonique, par la souveraine Junon, icône figurant le rang et le respect, modèle féminin de référence incarnant une solidité politique fruit du bon gouvernement du souverain. Cosme fit exécuter de nombreux portraits de sa femme et des enfants, non seulement pour constituer une « galerie » de famille mais aussi pour être envoyés aux puissants d’Europe tant dans le cadre de sa politique matrimoniale que pour faire connaître son pouvoir et son prestige. Bronzino, payé par la cour, sut créer un type de portrait « officiel », apte à exalter non seulement la célèbre beauté de la dame mais aussi son statut et sa richesse. Le tableau le plus célèbre montre la Duchesse en compagnie de son fils, comme nous en informe Vasari : « fit le portrait, ainsi qu’il lui plut à elle, une nouvelle fois, de madame la duchesse, d’une manière différente de la première, avec monsieur Giovanni son fils à ses côtés ». Il fut réalisé à l’été 1545, durant un séjour de la famille à la Villa de Poggio à Caiano, que l’on aperçoit dans le bleu de l’arrière-plan, une couleur intense et suggestive, à la demande expresse du peintre au majordome de la cour Pier Francesco Riccio, dans une lettre de 1545, « parce que le champ est large ». La posture de face, chère au portrait du XVIème siècle, instaure un rapport particulier avec le spectateur. La révérence que l’on doit à la souveraine s’associe à la note affectueuse du geste protecteur de la main posée sur l’épaule du fils, en signe d’affection mais aussi de perpétuation de la maison. Le jeune prince en assume le rôle, digne dans son froc bleu au riche col brodé d’or. La beauté absolue bien qu’austère, presque froide, de la dame est exaltée par sa robe, utilisée clairement comme le message « ainsi qu’il lui plut à elle ». Aimant le luxe, consciente de son charme et de son rôle, Eléonore exhibait volontiers vêtements et bijoux qui en faisaient l’ambassadrice de la mode et de l’excellence manufacturière de Florence. Le potentiel de communication de la mode a été parfaitement compris et utilisé par le langage de la propagande médicéenne et Bronzino en a été un interprète d’exception. Sa peinture rare e raffinée a créé l’image d’une femme iconique, qui semblait incarner l’idéal de la perfection théorisé dans le troisième livre du Courtisan de Baldassare Castiglione : « j’estime que de nombreuses vertus de l’âme sont nécessaires à la femme comme à l’homme : de la même manière la noblesse, le refus de l’affectation, l’être gracieux de nature dans toutes les actions, avoir de bonnes mœurs, être ingénieuse, prudente, et fuir l’orgueil ». Le charme altier de la duchesse est associé à ses qualités d’épouse, de mère et de dame, créant un modèle de perfection qui répondait parfaitement aux aspirations politiques de Cosme.
Approfondissement sur la robe
Bronzino photographie avec une richesse de détails l’habillement somptueux, véritable protagoniste du tableau. Les manches sont attachées au buste, lisse et rigide selon la mode espagnole, par des cordons de fils d’or arrêtés par des boutons en or, les épaules mises en valeur par les épaulettes, la chemise crée un jeu chromatique raffiné en sortant par de petits renflements le long des manches et terminant avec une allusion à la « laitue » au poignet et une touche élégante avec une sobre broderie au fil noir. Le décolleté carré est couvert d’une résille d’or décorée de perles, qui revient fixer la coiffure relevée. Le peintre s’attarde dans la description de la luminescence des perles, que les Médicis appréciaient tout particulièrement, pour culminer dans la lenticulaire exactitude des petites perles infinies du gland qui ferme la ceinture de mailles en or et compas de pierres enchâssées.
Texte de Giovanna Lazzi
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