La mostra di Raffaello, promossa dalla Regione Marche, che si presenta a Senigallia nella Rotonda a Mare, raccoglie 35 opere di Raffaello riprodotte in scala 1:1, compreso l’affresco de La scuola di Atene (7x5m): una visione panoramica che suscita una grande emozione perché nessuno prima d’ora - neanche lo stesso Raffaello - aveva potuto ammirare, disposti uno accanto all’altro, tutti questi capolavori. Grazie all’alta risoluzione delle immagini, il visitatore potrà riconoscere negli sfondi dei dipinti di Raffaello gli alberi, i fiori, i campanili e i borghi che, ancora oggi, intatti, adornano il paesaggio delle Marche.
Il direttore scientifico della mostra è Ferdinando Bologna, illustre storico dell’arte, stretto collaboratore di Roberto Longhi, scomparso nel 2019.
Le Mostre Impossibili è un progetto ideato da Renato Parascandolo. La direzione artistica è di Maria Teresa de Vito; l’allestimento è dell’architetto Giovanna Parascandolo.
Nato a Urbino dove durante la signoria di Federico da Montefeltro si era creato un fervido tessuto culturale, aperto a molteplici scambi anche stranieri, Raffaello era di necessità segnato dalla indimenticata terra natale che ricordava anche nella firma: Raphael Urbinas. E il Rinascimento urbinate, detto anche "matematico", era la base su cui si fondava la sua visione della realtà e dell'arte. Dopo gli esordi con l'impronta del padre, erede della tradizione umbromarchigiana ormai estenuata ma da Raffaello rivissuta con esiti altissimi, ecco la svolta dell'incontro con Perugino, da cui già si svincola nella grande tavola dello Sposalizio della Vergine, dove cita le architetture del conterraneo Bramante e già ricerca l'armonia razionale, frutto della lezione di Piero della Francesca e del dialogo con l'antico, sperimentato anche nella tavoletta delle tre Grazie. La fondamentale esperienza del soggiorno fiorentino evidenzia la straordinaria capacità di osservare e assorbire gli elementi che più si attagliano alla sua sensibilità, in una rielaborazione del tutto personale che diventa assoluta originalità. L'inevitabile riflessione sulla tormentata plasticità di Michelangelo porta alla teatrale Deposizione mentre lo sfumato atmosferico di Leonardo torna nel moto morbido e avvolgente delle immagini mariane, pago tuttavia della serenità del rapporto con un paesaggio dolce e amico. Ai volti depurati e idealizzati delle Madonne, che pur mantengono la realtà quotidiana di origine, si accostano i ritratti dove l'artista cerca di rendere le caratteristiche del personaggio calato nella storia e nella vita: la ricca borghesia fiorentina, pragmatica e opulenta incarnata dai coniugi Doni rivela ben diverso carattere dai Montefeltro, chiusi nella impassibile freddezza del nobile lignaggio. E lo sguardo deve volgersi a cercare le prove della maturità e "sentire" l'individuo, emergente da un fondo neutro per non abbassare la concentrazione sul personaggio; l'equilibrio del Castiglione, definito da Ferdinando Bologna uno dei più bei ritratti mai dipinti, la pensosa intensità del papa a colloquio con i suoi consiglieri, la carnale bellezza della Fornarina, simbolicamente avvicinata alla Velata come espressione delle due facce dell'Amore. Ormai Raffaello esprimeva l'Idea della Bellezza e come ebbe a dire nella lettera a Baldassar Castiglione "per dipingere una bella, mi bisogneria veder più belle ma essendo carestia e di buoni giudici e di belle donne, io mi servo di certa idea che mi viene nella mente". Ormai l'artista, per quanto ancora giovane, era maturo per le impegnative prove di affresco dove, a detta del Vasari, appare "così vivace e pronto che gareggiava con l'efficacia della parola scritta". La calibrata e grandiosa composizione della scuola d'Atene offre la visione di un mondo armonico, in una felice sintesi di astratto e concreto, di idee e realtà. Anche lo spettatore, può sistemarsi accanto a Giulio II della Rovere, committente della decorazione delle Stanze vaticane, e addentrarsi nel consesso dei grandi, riconoscendone i volti e potendo osservarli come se si trovasse in loco, grazie alla assoluta fedeltà delle riproduzioni. Un ultimo sguardo anche alla malcelata nudità di una bellissima Galatea, un mito raffinato e complesso riproposto con una vena nuova, che apre la via ai "classicismi" futuri, testimone della fortuna dell'artista per le numerose riproposizioni sul altri supporti, come incisioni, maioliche e persino carte geografiche.
The Raphael exhibition, promoted by the Regione Marche and presented in Senigallia in the Rotonda a Mare, brings together 35 works by Raphael reproduced on a 1:1 scale, including the fresco of The School of Athens (7x5m): a panoramic view that arouses great emotion because no one before - not even Raphael himself - had been able to admire all these masterpieces, arranged side by side. Thanks to the high resolution of the images, visitors will be able to recognise in the backgrounds of Raphael's paintings the trees, flowers, bell towers and villages that, still intact today, adorn the landscape of the Regione Marche.
The scientific director of the exhibition is Ferdinando Bologna, a distinguished art historian and close collaborator of Roberto Longhi, who died in 2019.
The Impossible Exhibitions is a project conceived by Renato Parascandolo. The art direction is by Maria Teresa de Vito; the exhibition design is by architect Giovanna Parascandolo.
Raphael was born in Urbino, now in Regione delle Marche, when the Signoria of Federico da Montefeltro witnessed a fervid cultural weave, open to many exchanges, some foreign. He was inevitably marked by his unforgotten birthtown, and recalled it in his signature: Raphael Urbinas. The Renaissance of Urbino, called "mathematical", was the basis for Raphael’s vision of art and reality. His début was influenced by his father, heir to the tradition, exhausted but revisited by Raphael with successful results, before the pivotal encounter with Perugino, whom he already surpasses in the great ‘Marriage of the Virgin’. The work takes the architecture of fellow countryman Bramante in search of rational harmony, fruit of Piero della Francesca’s lesson and dialogue with antiquity, also appearing in the ‘Three Graces’. The fundamental experience of the Florentine stay highlights Raphael’s extraordinary ability to observe and absorb those elements most suiting his sensitivity, in a personal reworking that becomes original. Inevitable reflection on Michelangelo’s tormented plasticity leads to the theatrical ‘Deposition’, while the atmospheric sfumato of Leonardo returns in the soft, enveloping motion of the marine figures, satisfied by the relationship with a sweet, friendly landscape. The purified, idealised faces of the Madonnas maintain the everyday reality of their origin, and stand alongside portraits in which the artist places the subjects’ features in history and life: the rich Florentine bourgeoisie, pragmatic and opulent as incarnated by the Doni spouses, reveals a character very diffent from the Montefeltro, closed in the impassive coldness of noble lineage. The gaze aims to show maturity and "feel" the individual, emerging from a neutral background so as not to lower concentration on the subject; the balance of ‘Castiglione’, defined by Ferdinando Bologna as one of the most beautiful portraits ever painted; the thoughtful intensity of the Pope discussing with his counsellors; the carnal beauty of the ‘Fornarina’, symbolically considered with the ‘Woman with a Veil’ as an expression of the two faces of love. Raphael expressed the Idea of Beauty, and as he wrote in the letter to Baldassar Castiglione, "to paint a beauty, I should have to see a number of beauties. But in the absence of good judges and beautiful women, I use an idea that comes to my mind". Now the artist, though still young, was mature for the challenge of frescoes, where, as Vasari said, he appeared "so lively and ready as to compete efficiently with the written word". The calibrated, grandiose composition of ‘The School of Athens’ offers the vision of a harmonious world, in a happy synthesis of abstract and concrete, ideas and reality. The viewer may also settle beside Pope Julius II, commissioner of the Vatican Halls decoration, and enjoy the consent of the greats, recognising their faces and observing them as if on site, due to the absolute faithfulness of the high-resolution, 1:1 reproductions. A final look, too, at the barely concealed nudity of a beautiful ‘Galatea’, a refined, complex myth reproposed with a new slant that opens the way to future “classicism” and demonstrates the artist’s fortune in its numerous reworkings on other supports, such as engravings, maiolicas, even maps.
L'exposition “Raphaël”, promue par la Regione Marche et présentée à Senigallia dans le Rotonda a Mare, rassemble 35 œuvres de Raphaël reproduites à l'échelle 1:1, dont la fresque de l'École d'Athènes (7x5m) : une vue d’ensemble qui suscite une grande émotion. Grâce à la haute résolution des images, les visiteurs pourront reconnaître dans les arrière-plans des tableaux de Raphaël les arbres, les fleurs, les clochers et les villages qui, aujourd'hui encore, intacts, ornent le paysage des Marches.
Le direction scientifique de l'exposition a été confiée à Ferdinando Bologna, éminent historien de l'art et proche collaborateur de Roberto Longhi, décédé en 2019.
Le Mostre Impossibili est un projet conçu par Renato Parascandolo. La direction artistique est assurée par Maria Teresa de Vito et le décor de l'exposition par l'architecte Giovanna Parascandolo.
Raphaël, né en 1483 à Urbino, où, sous la seigneurie de Federico da Montefeltro, s'était formé un riche tissu culturel, ouvert à de nombreux échanges, même avec l'étranger, a été forcément marqué par la terre inoubliable qui lui avait donné le jour et qu'il évoquait aussi par sa signature: Raphaël Urbinas. La Renaissance d'Urbino, également connue sous le nom de « Renaissance mathématique », est à la base de sa vision de la réalité et de l'art. Après les débuts placés sous la maîtrise de son père, héritier de la tradition umbro-marchigiana, alors épuisée mais revivifiée par Raphaël lui-même avec des résultats très hauts, voici le tournant de la rencontre avec le Pérugin, dont il va se libérer dans le grand panneau du Mariage de la Vierge, où il cite l'architecture de son compatriote Bramante à la recherche d’une harmonie rationnelle, résultat de la leçon de Piero della Francesca et du dialogue avec l'antique, également expérimenté dans le panneau des Trois Grâces. L'expérience fondamentale de son séjour à Florence montre son extraordinaire capacité d'observer et d'absorber les éléments qui conviennent le mieux à sa sensibilité, dans un remaniement totalement personnel qui devient absolument original.
L'inévitable réflexion sur la plasticité tourmentée de Michel-Ange conduit à la théâtrale Déposition, tandis que les nuances atmosphériques de Léonard reviennent dans le mouvement souple et enveloppant des images mariales, qui s’apaise dans la sérénité du rapport avec un paysage doux et empreint d’amitié. Aux visages purifiés et idéalisés des Madones, qui conservent néanmoins la réalité quotidienne de leurs origines, s’approchent les portraits où l'artiste s’essaie à rendre les caractéristiques du personnage plongé dans l'histoire et la vie : la riche bourgeoisie florentine, pragmatique et opulente, incarnée par le couple du Tondo Doni, révèle des caractères très différents de ceux des Montefeltro, enfermés dans la froideur impassible de leur noble lignée. Et il faut lever son regard pour trouver les preuves de la nouvelle maturité et "ressentir" l'individu émergeant d'un fond neutre pour ne pas diminuer la concentration sur le personnage ; ainsi dans Le portrait de Baldassar Castiglione, défini par Ferdinando Bologna comme l'un des plus beaux jamais peints ; ou sur l'intensité pensive du Pape en conversation avec ses conseillers ; ou sur la beauté charnelle de La Fornarina, qu’on approche symboliquement de La Velata comme expression des deux visages de l'Amour.
À cette époque, Raphaël exprime l'idée de beauté et, comme il le dit dans sa lettre à Baldassar Castiglione, "pour peindre une belle, j'aurais besoin de voir plusieurs belles, mais comme il y a pénurie de bons juges et de belles femmes, j'utilise une certaine idée qui me vient à l'esprit".
À cette époque, l'artiste, bien qu'encore jeune, était assez mûr pour la tâche exigeante de la fresque où, selon Vasari, il apparaissait « si vif et si prêt qu'il rivalisait avec l'efficacité de la parole écrite ». La composition équilibrée et grandiose de l'École d'Athènes nous offre la vision d'un monde harmonieux, dans une synthèse heureuse de l'abstrait et du concret, des idées et de la réalité. Le spectateur peut lui aussi s'asseoir à côté de Jules II della Rovere, qui a commandé la décoration des Stanze Vaticane, et entrer dans l'assemblée des grands, en reconnaissant leurs visages et en pouvant les observer comme s'il y était, grâce à la fidélité absolue des reproductions. Un dernier regard aussi sur la nudité mal dissimulée d'une très belle Galatée, ce mythe raffiné et complexe, source à ce temps d’une inspiration renouvelée, qui ouvre la voie aux "classicismes" futurs témoignant de la fortune de l'artiste, par ses nombreuses réalisations sur d'autres supports, comme les gravures, les majoliques et même les cartes.
ORARI DI APERTURA DELLA MOSTRA
La mostra sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 20
Sabato e domenica dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 17 alle 20
L'audioguida è consultabile dal proprio smartphone, si consiglia di portare gli auricolari
The exhibition will be open from Monday to Friday from 5 p.m. to 8 p.m.
Saturday and Sunday from 10.30 am to 12.30 pm and from 5 p.m. to 8 p.m.
The audio guide can be viewed from your smartphone, it is advisable to bring earphones
L'exposition sera ouverte du lundi au vendredi de 17h00 à 20h00.
Samedi et dimanche de 10 h 30 à 12 h 30 et de 17 h à 20 h.
L'audioguide peut être consulté depuis votre smartphone, il est conseillé d'apporter des écouteurs